La cosa più importante
nella comunicazione
è ascoltare ciò che non viene detto.

(Peter Drucker)

La comunicazione è essenziale nel mondo animale in genere e in particolare per l’essere umano, che vive in un sistema sociale complesso. Tra i vari benefici di una buona comunicazione, favorisce l’incontro e aiuta a crescere e vivere bene.

Pensiamo alla comunicazione tra un bambino e la mamma, tra due innamorati, tra un maestro e un discepolo… tutto fluido, vero? Ma ci sono anche scenari più impegnativi, per esempio tra genitori e figli adolescenti, tra un capo e i suoi collaboratori o anche tra i membri di uno stesso team, aziendale o sportivo che sia. Situazioni che rischiano di farci sentire piuttosto frustrati.

La realtà quotidiana ci propone situazioni di tutti i tipi, noi come ci comportiamo? So che sto generalizzando, ma quello che ci guida è il soddisfacimento del nostro bisogno del momento, soprattutto il bisogno di essere ascoltati, “visti” e riconosciuti. Cosa succederebbe se guardassimo invece al bisogno profondo della persona che abbiamo davanti e rispondessimo a quello? Nel 99% dei casi possiamo soddisfare quel bisogno in modo immediato e gratuito. E il risultato è stupefacente.

Come si misura l’efficacia della comunicazione?

Semplice, dal risultato. Ma partiamo dal principio.

Se, come ci suggerisce la derivazione latina, “comunicare” significa mettere in comune, come coach parto dal presupposto che all’origine di ogni comunicazione c’è sempre l’intenzione positiva di mettere in comune qualcosa di buono… quello che si verifica è uno scambio di informazioni tra due o più persone con l’intento di favorire una determinata reazione. Se ci riusciamo, la comunicazione è stata efficace. E quando non ci riusciamo, dov’è il problema?

La comunicazione si svolge su più livelli:

  • verbale, cioè le parole che diciamo… o non diciamo;
  • paraverbale, cioè il tono di voce con cui parliamo;
  • non verbale, cioè il linguaggio del corpo che accompagna ciò che diciamo.

Ogni volta che interagiamo con un’altra persona, inviamo segnali su uno di questi livelli. La sfida è esserne consapevoli, così possiamo scegliere quali segnali inviare e all’occorrenza aggiustare il tiro. In altre parole, la responsabilità è di chi comunica, non di chi riceve la comunicazione.

Non è possibile non comunicare!

In sintesi, il comunicatore efficace è abile nel

  • identificare il bisogno profondo dell’interlocutore e rispondere a quello per prima cosa;
  • notare i segnali che l’interlocutore invia in risposta a ciò che dice e a come lo dice;
  • scegliere le parole e le modalità più efficaci, aggiustando il tiro se occorre;
  • assumersi la responsabilità di aiutare l’interlocutore a comprendere cosa intende dire.

Vuoi una bella notizia? L’abilità di comunicare in modo efficace si può imparare!!!

Da coach, posso aiutarti a imparare a comunicare in modo efficace

– con te stesso
nella sfera privata:

– con il partner
– con i genitori
– con i figli
– con i compagni di squadra, nello sport o in altri hobby
– …

nella sfera professionale:

– con i colleghi
– con i superiori
– con i collaboratori
– con i clienti
– con i fornitori
– con chi ti fa un colloquio di lavoro
– …

Quanto ti senti abile ed efficace nella tua comunicazione?

Contattami e valutiamo insieme come puoi dare il meglio di te in famiglia, al lavoro, nel tempo libero, nella cura personale o in qualsiasi altro ambito ti interessi.