Skip to content Skip to footer

“Ogni comunicazione, indipendentemente dalla forma o dal contenuto, è l’espressione di un bisogno.” – Marshall Rosenberg

Se il comandante del Titanic avesse visto tutto l’iceberg, non sarebbe affondato. Perlomeno, non quella notte.

Come per un iceberg, quando incontriamo una persona, ne conosciamo circa un decimo, che è quello che vediamo, ascoltiamo e percepiamo con i nostri sensi. Ma c’è tutto un pezzo di cui non sappiamo nulla: il suo passato, le sue esperienze, i suoi dolori, i suoi sogni… come possiamo giudicare?

Ogni cosa che facciamo, lo facciamo per soddisfare un bisogno profondo. I bisogni umani sono pochi, universali, uguali a prescindere dall’etnia, dall’area geografica, dal ceto sociale, dal genere… le strategie, invece, divergono decisamente.

Ecco che diventa fondamentale identificare il bisogno alla base di quello che esprimiamo… Se la comunicazione è positiva, il bisogno è soddisfatto, se è critica, arrogante, o… beh, scegli tu l’aggettivo negativo che preferisci, il bisogno non è soddisfatto. Probabilmente c’è una strategia migliore per soddisfarlo, può essere?

Ecco un esempio. Quando c’è qualcosa che non va, spesso si punta il dito sull’altro, è l’altro il responsabile. È l’altro che non fa, non dice, non pensa, non è… quello che vogliamo noi. Così il focus è sì sull’altro ma solo in quanto non soddisfa un bisogno nostro; in realtà, la questione riguarda noi.

Nelle discussioni tra soci, in un team di lavoro, nella coppia… vediamo ciò che è apparente, ma non sappiamo mai cosa l’altro sta pensando, provando, vivendo …

Quando ci si accalora… capita che l’altro inizi a vomitarci addosso non solo il problema contingente ma, già che c’è, anche tanto altro.

Spesso parte una discussione in cui ognuno vuole dimostrare di avere ragione… ma quando abbiamo dimostrato di avere ragione, come ci sentiamo? E come si sente l’altro? Soprattutto, siamo più vicini o più lontani? Raramente più vicini…

Marshall B. Rosenberg, che ha sviluppato la Comunicazione Non Violenta a partire dai primi anni 1960, propone una via alternativa a questo approccio antagonistico. Possiamo metterci in ascolto di quel “tanto altro”, con l’intenzione di scoprire qual è il bisogno non soddisfatto che non stiamo vedendo. Perché tutto quello che facciamo, lo facciamo per un motivo… una volta identificato il bisogno, potremo trovare strategie più efficaci per soddisfarlo.

Permettimi di provocarti… e chiedo scusa se sei delicato di stomaco, ma… se hai mai avuto una crisi di vomito sai che dura … quanto? 1 minuto? 2 minuti? Non di più. Allora quando l’altro si vuole sfogare, porgiamo un secchio, rinfreschiamogli la fronte, e offriamo conforto. Senza metterci a discutere o esprimere giudizi, gli stiamo accanto, ha bisogno di sentire che ci siamo… quando sta meglio, cioè quando l’emotività è scesa, insieme possiamo fare chiarezza su cosa vuole, che magari non era così chiaro prima… e insieme possiamo trovare una soluzione. 

Se hai una situazione non fluida o anche conflittuale, contattami e valutiamo insieme come trovare una strategia più efficace per ottenere quello che vuoi!

CRESCITA SENZA CONFINI
Restiamo in contatto

© 2023 Daniela Antongiovanni | Crescita Senza Confini – Tutti i diritti riservati – Privacy Policy – website by designplatform